Biografici e autobiografici

Scrivere.

Ho sempre considerato l’attività dello scrivere – per piacere, per professione – come una cosa oziosa, e da non considerarsi un lavoro significativo come altri: direi onorevole come altri . Quasi non meritasse l’appellativo di lavoro come lo sono quelli che impegnano la ripetitività’, la fatica fisIca, l’onere di dipendere da un capo, la creatività artigianale di chi manipola la materia. Quindi mi sembra che l’attività di manipolare le parole, organizzarle, inventarne di nuove eccetera sia meno lavoro di altri. Sembrerebbe giusto, giustificabile, ovvio -considerando così il lavoro dello scrittore – che difficilmente la sua attività renda questi men che meno ricco, anche solo non nullatenente. E’ pur vero che non penso sia oziosa la attività dello scrittore in generale. Tendo a pensarlo di me e forse il motivo è che quando mi metto a scrivere io non ho in testa che poi sottoporrò il mio scritto ad un editore, o ad un giornale, nè prima e neppure dopo. In questo senso considero ozioso l’atto di scrivere cioè che lo ho praticato in un momento di …ozio da lavoro altro. Probabilmente – mi dico – quelle brave persone, scrittori di cui si sa e lo dicono di sè che hanno questa disciplina giornaliera alla scrivania, lorohanno un fine preciso, considerano un vero lavoro la scrittura. Poi si impegnano successivamente a presentare il frutto della loro fantasia ad una persona competente che lo valuterà e forse capiterà di solito capita che ci sarà una risposta o addirittura ci sarà una richiesta di incontro e magari in seguito una publicazione. Modifico quanto ho scritto nelle prime righe. Non è vero che considero poco onorevole l’attività dello scrittore. Semmai considero poco onorevole scrivere senza un perchè, senza che non si faccia quanto possibile per farsi leggere.

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