Un sogno, un vero sogno notturno. Mi era stato affidato un neonato per qualche ora, suppongo; ed io lo prendo in braccio in un luogo all’aperto imprecisato e forse nasce in quel momento o è nato da pochissimo. Prendendolo in braccio il neonato apre gli occhi e dice una frase compiuta. Sono stupita al massimo e mi avvio verso una casa e lì, salendo le scale, ancora il bambino parla dicendo cosa tipo che fatica la scala (ripetendo con me Nulla di drammatico lo dice sorridendo mi pare); Vicino compaiono due persone un uomo e una donna -i custodi della casa forse – sono vicini e lui mi viene in aiuto perchè io dico di temere che il neonato abbia freddo: è sera! E mi introduce in un salone. Siamo allora poi in un grande salone con via via più gente, parenti la maggior parte; ognuno discute a crocchi – il bambino non è più con me. Io mi affanno a spiegare a prima uno, poi due parenti la cosa strana e stupenda che il neonato aveva detto delle frasi compiute. Per ultimo lo dico alla persona, un uomo, giovane, stimabile, bello, forse il padre, che in quel momento è chino sul neonato (e forse penso che lui certamente mi crederà). Ma lui mi guarda con sguardo interrogativo, non malevolo ma anche forse assente, forse incredulo. Non malevolo e non mi crede, pare. Così ricomincio il mio giro per dire la cosa straordinaria ad altri, ma poi mi sveglio E faccio fatica ad accettare di svegliarmi. (Era una note del 2014).