Sono diventata amica dei personaggi di Star Trek: di TPol, del capitano Jonathan Arcer, dell’ingegnere, del dottore. Non mi è mai capitato di immedesimarmi con dei personaggi di finzione; e addirittura di provare una forte simpatia per loro. Il fenomeno non mi inquieta, ma mi incuriosisce: non sapevo di essere così facilmente preda di suggestione identificativa. Certo…la storia è bella: è ricca di buoni sentimenti, di sollecitazioni a muoversi e sacrificarsi per una buona causa. La storia esalta l’immaginazione e presenta un futuro poi non così lontano nel tempo dove l’uomo potrà lasciare la sua impronta su altri mondi.. Il protagonista, ovvero il capitano, pensa ed agisce in modo che questa impronta sia ricordata nel tempo a venire come positiva. Amore, non disgiunto da senso di giustizia, da aspirazione al sacrificio e all’eroismo per la salvezza della Terra e dei compagni: queste sono le istanze, suggerite nei vari episodi avventurosi della serie; ed esse sono vicine alla mia concezione della vita e dei rapporti tra gli uomini. Chiederei un passaggio all’astronave Enterprise.
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