In questi tempi fortunati in cui abbiamo gli strumenti per conoscere ogni evento in tempo reale, da qualsiasi parte del mondo provengano, questo tempo in cui la professione del cronista è facilitata, e appagata è la nostra sete di conoscere ogni cosa accada, (forse – oserei dire – anche oltre la capacità nostra di recepire tutto e di ricordare e discernere criticamente per la troppa abbondanza), riscoprire un articolo come quello che propongo oggi è fonte di rinnovata meraviglia, come lo fu quando – nel 2005 – lo riscoprii e lo riproposi per cronacheterrestri.it Si narra -nel racconto che costituisce il capitolo III Del saggio “Sotto la notizia niente” di Claudio Fracassi – delle fortunose vicende di giornalisti del Times in quel degli anni intorno al 1830, quando non esisteva ancora il telegrafo; poi il racconto si arricchisce subito di un seguito, in tempi successivi, a telegrafo inventato; e incontriamo i medesimi attori della prima parte della vicenda, ora protagonisti in un accadimento memorabile sicuramente ricordato in ogni trattato di giornalismo. Portiamoci dunque indietro nel tempo e incontriamo “Giornalisti senza telegrafo”, che comincia così: ” Fu naturalmente il telegrafo elettrico – messo a punto in via sperimentale nel 1837 da un inglese, William Cooke, e da un americano, Samuel Morse (ciascuno per suo conto) – a trasformare l’informazione giornalistica in uno strumento capace di influenzare in modo immediato l’opinione pubblica, e quindi anche la stessa evoluzione degli eventi. Il telegrafo ebbe diffusione massiccia ma non immediata e recitò una parte di primo piano, come vedremo, nella guerra di Crimea e soprattutto in quella di secessione americana. Ma prima, senza telegrafo, come operavano i giornalisti che dovevano informare da grande distanza Le leggi della concorrenza, già agli albori del secolo scorso, erano spietate. Il reporter doveva utilizzare tutti i mezzi disponibili per far pervenire al giornale la notizia, prima del normale servizio postale.Il più abile tra i grandi inviati è considerato Sir William Howard Russell, del britannico “Times”. Fu lui a coprire con le sue corrispondenze la spedizione in Crimea, nel 1854.
Dieci anni prima, nella gara mortale con il concorrente “Morning Herald” – e in epoca pre-telegrafo – era incorso in una memorabilehttp://www.cronacheterrestri.it/2005/12/30/giornalisti-senza-telegrafo-cap-iii-par-3/ e sfortunata avventura.