Ci sono immagini e frasi a cui ti affezioni, ti sembra di averle inventate buone e diventano patrimonio della tua comunicazione, con il rischio anche di essere ripetitivi. A me di esserlo potrà accadere con questa frase, – facebook è una lavagna planetaria – che ormai ho ripetutto un po’ di volte e anche scritto appunto su di una lavagna, proprio quella di cui parlo: l’enorme lavagna planetaria che avvolge tutto il globo, che copre interamente l’orizzonte, che è larga, alta, spesso nera come si conviene, ma a scelta di altro colore; che tocca la terra emersa e si trova a pelo d’acqua sull’oceano; che passa in mezzo alla foresta pluviale e si innalza fino al monte più alto. Tutti quelli che la incontrano vi scrivono qualcosa: un comizio una poesia una invettiva una richiesta di aiuto un messaggio d’amore un invito una protesta una chiamata alle armi una offerta d’aiuto una denuncia un pianto una risata uno sberleffo un grido altissimo una offesa un augurio un bisogno una dichiarazione di guerra un invito ad arruolarsi per una causa un grido un manifesto. Pochi ormai passano davanti alla lavagna senza scrivere alcunchè, o senza almeno fermarsi a guardarla. Del resto non è facile non notarla. Si può evitarla e – borbottando nel passarci accanto – scuotere il capo, dicendosi: io mai! Ormai, è pur vero la presenza della lavagna domina in maniera troppo esuberante il nostro orizzonte. Ma se un giorno qualche potente mago passerà con un cancellino gigantesco forse faremmo una rivoluzione.