Cara Laura , ascoltami.. ti affido alcune mie riflessioni.. penso spesso ai giovani, sto dalla loro parte, quasi sempre..
Mia cara, so che tu hai condiviso la mia gioia per l’evento a Firenze !
Generalmente – ne converrai – si tende a parlare dei giovani come di un problema; a volte, addirittura! come di una “emergenza”. Ma io non penso in questo modo! Mettiamola così: le nuove generazioni sono portatrici di idee nuove; ogni nuova generazione è portatrice di idee nuove: questo fatto è intrinseco alla evoluzione della specie umana e quindi non c’è nulla di strano in ciò e verrebbe da pensare che si tratti di un’idea accettata universalmente come legge di natura. Ma si vede bene come l’idea che le nuove generazioni siano portatrici di novità non venga accettato facilmente, anzi venga osteggiato. Si preferisce pensare ai giovani come a soggetti che debbano custodire le nostre idee consolidate senza averne di proprie e il dialogo con loro si fa automaticamente difficile; in quanto portatori di idee e comportamenti consolidati, desideriamo che i giovani siano il prolungamento di queste nostre idee e comportamenti acquisiti: nella peggiore istanza li imponiamo loro e provochiamo la loro ribellione e, di conseguenza, noi ci priviamo della possibilità di attingere alla ricchezza di cui sono portatori . Quando diciamo “largo ai giovani!” noi ci guardiamo bene dall’aprire loro quello spazio largo o, se lo facciamo, stiamo ben attenti a non concederlo troppo esteso da superare il cono d’ombra che proiettiamo..Stavo per dire “cono di luce” (cha lapsus! :-))) e, certamente, questo vorremmo che fosse non altro: vorremmo che ci percepissero come coloro che illuminano il loro cammino. Possiamo non essere in mala fede nel desiderare questo ma essi non hanno bisogno di coni d’ombra o di luce quanto di una nostra nascosta presenza- assenza che non proietti troppo di sè. Parlando di giovani e di idee nuove, qui parlo, soprattutto, della manifestazione di idee politiche nuove.. Tutti noi adulti siamo pronti ad accettare innovazioni di ogni genere nei campi piu’ disparati eppure ci irrigidiamo facilmente di fronte alle innovazioni del pensiero e del comportamento, delle queli i giovani sono soprattutto portatori; non è ovviamente una loro esclusiva ne’ voglio vanificare me ne guardo bene! il portato di altri soggetti di altre età della vita. Ma non posso fare a meno di notare che tendiamo a sottovalutare le innovazioni che ci pervengono dalla gioventu’.
L’educazione deve certamente intervenire nel rapporto tra generazioni di padri e di figli (padri e figli in senso lato..) ma secondo me deve intervenire discretamente e anche armarsi di attenzione estrema : questa attenzione non deve essere preconcetta perchè il preconcetto ci farebbe velo della visione del nuovo che è nella giovane mente e nel giovane cuore. Direi anche, poi che se parlasi di “educazione”, questa deve essere “reciproca”! nell’una e nell’altra direzione! Esagero?.. Continuo: Ognuno di noi adulti tende alla conservazione ed alla affermazione di sè, proprio come fa il giovane; ma lui ha diritto più di noi alla affermazione di sè e, se un compito noi abbiamo, è quello di facilitagli il cammino. Di ostacoli ne incontrerà fin troppi ..Non credo sia nostro compito aumentare le sue difficoltà assecondando un malinteso intento educativo per il quale – si dice – la severità tempra lo spirito e lo fa forte. (!)
Uso l’espressione “facilitare il cammino”, non nel senso di “dargliele vinte tutte” lo capisci.., ma nel senso di dare fiducia alla novità del portato dell’anima giovane che inventa sempre nuovi modi di espressione di sè nel cammino delle generazioni-.. e nei quali dobbiamo saper vedere, al di là della simbologia, la sostanza . Scopriremmo che questa “sostanza” non è lontana da quelli che furono i nostri ideali e “facilitare” ,allora, vorra’ dire scoprirli insieme, il giovane e il meno giovane; cercando insieme il modo migliore di proporli alla società…
Mia cara, sarei lieta del tuo riscontro a questa mia, per continuare insieme la riflessione; questo tema mi sta a cuore più di ogni altro. Penso al mio caro Francesco, il nipote che amo, penso ai suoi sogni, al suo impegno..! Tu lo conosci, sai quanta fiducia insieme riponiamo in lui e quanto appoggiamo i suoi ideali e le sue lotte..
Ti abbraccio! Colgo l’occasione per augurarti un sereno Natale!
Robert
Firenze anno 2003 – Dopo la grande manifestazione dei Social Forum, da tutti i continentiGermana Pisa
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