Biografici e autobiografici

Scientificamente.

Un giorno, tre decenni fa, una lettura mi avvicinò all’interesse per la scienza: è con grande rammarico che non ricordo più che pagina fosse, quella che è stata così importante per me, da qualche parte lo ho scritto e prima o poi ritroverò quel breve diario. Ricordo bene comunque in che direzione quella casuale lettura lontana nel tempo ha indirizzato i miei interessi culturali perchè da quel giorno (da quell’articolo, da quella pagina di libro, da un solo accenno?) la mia attenzione si è rivolta sempre più spesso, nei giornali, all’ascolto in radio, in seguito nei film agli argomenti – sempre più appassionanti in verità – dei teoremi e delle scoperte della fisica. Pur senza avere delle discipline scientifiche come queste alcuna nozione dall’averla ricevuta sui banchi di scuola, (nel mio corso per diventare maestra elementare, la fisica e anche la chimica erano sfiorate in maniera meno che superficiale), la mia curiosità si è attivata e proprio negli anni in cui quella disciplina esprimeva le teorie più rivoluzionarie e interessanti; e che avrebbero e continuano ad avere un impatto sul progredire della scienza: ed esse sono tali che da queste particolari conoscenze non si può prescindere – solo per dirne un aspetto – nell’era della intelligenza artificiale. Sono stati infatti i decenni della fine del secolo Ventesimo gli anni dell’affermarsi della fisica quantistica: quelli della scoperta delle regole del modo subatomico, dell’infinitamente piccolo; e queste sono altra cosa dalle regole che governano il mondo fisico “macro” che conosciamo. Non ho ricordato – ho detto – quella mia prima lettura che mi aprì un mondo nuovo ma ricordo bene una seconda, che consolidò i miei interessi: si tratta di un libro, il primo della materia che acquistai, dopo averne letto su Le Scienze, rivista di Scientific American . Il libro ha un titolo suggestivo, Il velo di Einstein e l’autore è Anton Zeilinger.

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