Iperluoghi, Letterari

L’edicola scomparsa, e le altre.

Nel corso degli ultimi tre decenni ho visto chiudersi al pubblico (solo per parlare della zona dove abito, qui a Milano ) 6 edicole di giornali : l’ultima è stata quella del silenzioso signore che la gestiva davanti al Motoclub a due passi da qui, sulla via Washington: È stata una vera sorpresa: non c’era stato alcun indizio che facesse pensare a questo. La più inquietante delle scomparse invece è stata quella della rivendita in fondo a via Washington – quasi a piazza Napoli, di fronte alla pasticceria; che nottetempo è stata incendiata. I resti sono rimasti visibili a lungo, finché il luogo è tornato vuoto. Diverso per la edicola davanti al Motoclub, che è scomparsa in una notte senza che rimanesse traccia. È stato come – passando di lì un bel giorno – che in quello spazio sotto gli alberi non ci fosse stato mai niente, tanto il luogo apparve pulito, senza traccia alcuna sul marciapiede dove l’edicola era fino a qualche ora prima posata. Per me, questa cosa, in questo modo appare tuttora misteriosa. E non posso fare a meno mentalmente di associare questa misteriosa silenziosa scomparsa al signore silenzioso. Così strana mi pare, a pensarci ancora oggi quella repentina scomparsa da arrivare a pensare che in realtà li l’edicola ed il suo abitante sono stati frutto della mia fantasia e che il tempo in cui io e Tito siamo andati lì a prendere il giornale sia un sogno vissuto, o un fatto avvenuto in un altro spazio temporale che ad un certo punto, alla mezzanotte di un certo giorno, si è dissolto. Forse ritroveremo un giorno quel tempo, io, Tito e il vicino di casa che lui pure acquistava il giornale dall’ uomo silenzioso; e ricominceremo un mattino a viverlo dal punto in cui per uno strano caso avevamo cominciato a percorrere un altro sentiero temporale. Ciò che ha accomunato le due edicole di cui ho appena parlato è stato il fatto che non presentavano disegni sulle facciate quando apparivano chiuse. Siccome invece le altre edicole sbarrate  sono sempre lì al loro posto i loro graffiti si possono tuttora ammirare. Sono state decorate nel tempo, durante la notte quando si palesano gli artisti che operano sulle edicole e sui treni della metropolitana, oppure in mancanza di altri simili spazi decorano i muri delle case. Tutte queste altre ancora di cui parlerò sono state decorate anno dopo anno, secondo una tendenza che si è fatta strada ed accettata nel tempo. Dell’edicola di piazza Vesuvio mi è molto dispiaciuto: il signore li nell’ombra era simpatico e ci siamo scambiati un giorno cenni verbali di soddisfazione per alcuni titoli di quotidiano il cui tono entrambi abbiamo applaudito. L edicola di via. Boni, davanti al numero 45 era stata quella del tempo in cui lavoravo all’ufficio di quel numero civico e non la frequentai più molto da quando non lavorai più li. Mi ricordo distintamente adesso mentre scrivo, della signora che la gestiva; mi dispiaceva che era sempre trascurata, triste, eppure era bella sarebbe stata bella . Era sempre gentile Non sembrava farsi problema della evidente trascuratezza dei capelli, della pelle del viso, dove ancor più risaltava – per quell’apparire -, la tristezza. Da un giorno all’altro non la vidi più dietro i giornali e poi, seppi da suo figlio che era mancata . Si era lasciata andare, conclusi dentro di me ma non lo dissi a lui che mi pareva non avrebbe recepito quanto avesssi detto in tal senso. Magari mi sbagliavo. Mi è dispiaciuto molto trovare un giorno chiusa l’edicola davanti a McDonald tra piazza Piemonte e piazza Wagner. È stato un vero stupore ed è stato ancora una volta un dispiacere. Ma come è possibile! Eppure dove si trovava, anzi si trova ancora sbarrata è luogo di vivacissimo, intenso passaggio di gente e poi non si può dire che questa come le altre rivendite non abbiano fatto di tutto per rinnovarsi, per apparire simpatiche.. Col circondarsi di gadget, dai dvd ai giochi.. Anche l’edicola di via Foppa – accanto al Pam – che non ho ancora descritto aveva esposto da un certo giorno in poi, oltre ai giornali bei fumetti d’antan e dvd che altrove non troveresti più. Poi esibiva un cartello in cui avvertiva che si sarebbe potuta occupare di riversare in Mp3 le antiche VHS! Mi ricordo che spesso, nel ritrovarla passando di lì per entrare al  supermercato mi compiacevo. Avrei detto che sarebbe durata. Tenuto conto anche del fatto che Pam aveva scelto di non vendere giornali al suo interno per non danneggiare l’edicola di fuori. Sensibilità rara di questi tempi. La ho sempre apprezzata! Anche il signore che lì nell’ombra distribuiva notizie era gentile: gentile ma discreto, timido. Era un anziano che ultimamente a ripensarci aveva sempre più spesso segni di malinconia sul volto. Appariva come preoccupato, ansioso. Mi viene in mente che tuttavia scambiava parole, e sorridente con le persone che evidentemente riconosceva come clienti abituali! Sembra incredibile che un giorno senza preavviso tutte queste casette delle notizie con tutto il bagaglio di sogni e immagini che potrebbero distribuire improvvisamente le trovi sbarrate! La mia mente va ad un’altra zona con un bellissimo dipinto – tra i più belli che abbia visto a Milano – che la decorano: anch’essa chiusa. Ma è lontana da qui. Ne parlerò credo -un altra volta, in un successivo racconto. 

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