Quando ci guardiamo il volto allo specchio, se noi immaginiamo di sfilare via l’epidermide, quello che rimane non è dissimile dalle fattezze di un robot così come lo abbiamo in mente pensando alle immagini ormai consuete che del manufatto ci vengono offerte: visto di profilo vediamo il meccanismo dietro e una maschera, davanti. La nostra epidermide è la maschera. Dietro, un labirinto di connessioni ancora molto misteriose per noi. Possiamo, sempre guardandoci allo specchio, e sempre sfilando con la mente l’epidermide-maschera, vedere un teschio che sarà uguale più o meno a miliardi di altri della specie homo sapiens versione attuale. La nostra identità è incerta.