“Di fronte al dolore degli altri”: era stato questo l’argomento intorno al quale scrivere in quel numero di “Qui, appunti dal presente” . Mano a mano che passa il tempo mi accorgo che quello, in assoluto, è stato e continua ad essere la cosa più importante e vera – certo fra altre, ma quella mi continua a interrogare – a cui mi sia capitato di pensare, e di esercitare la scrittura. Era in corso una guerra, non l’unica nel mondo – allora come adesso – ma di quella guerra in particolare ci raggiungevano le cronache giornalistiche e si dibatteva. Massimo Parizzi ci invitò quel mese a interrogarci su quanta e quale fosse e se, e fino a che punto potesse essere presente la nostra partecipazione alla tragedia, alla sofferenza di chi da quella guerra e dai suoi orrori era colpito. Sono certa che l’invito a scrivere di noi e di fronte al dolore degli altri fosse nato in lui dalla presenza di quella guerra, e che ci sfidasse – come sfidava se stesso – nel porre il tema, e che volesse sapere in profondità – confrontandosi con noi e noi confrontandoci tra di noi nello scriverne, scoprendo infine fino che punto realmente si può partecipare, capire, condividere il dolore degli altri. Quindi io mi accorgo oggi che quella fu la cosa più seria di cui ho scritto, certamente per Qui appunti dal presente e tuttavia la risposta alla domanda rimane sospesa, come allora, inevasa parzialmente la richiesta: come era stato dopo che ci eravamo letti vicendevolmente alla ricerca di una risposta. E la domanda di Massimo Parizzi – allora legataalla guerra a quella guerra, ma ovviamente da ritenersi estesa alla possibile in noi partecipazione al dolore altrui – era ed è una delle domande fondamentali della vita.
https://www.nazioneindiana.com/2004/06/03/qui-appunti-dal-presente-1/