Di una cosa sono abbastanza convinta: noi personalmente, individualmente, siamo convinti di essere immortali: la morte riguarda tutto il resto del mondo. Anche quando della morte abbiamo paura o, al contrario, quando crediamo di essere preparati; e quando ne parliamo scherzando o facciamo i filosofi e ragioniamo sulla giusta inevitabilita` dell’evento morte, che livella ogni destino, davanti a cui tutti gli uomini sono uguali e così divagando ; anche in ognuna di queste situazioni noi intimamente non siamo convinti che quel destino ci riguardi. E non riguarda neppure le persone che amiamo che, per la forza della nostra convinzione e del nostro amore, sfuggiranno a questo destino. Forse noi pensiamo di sfuggire alla morte anche quando ci tocca una sentenza infausta che riguarda la salute. Noi pensiamo che a noi non può toccare. Questa incredulità è la barriera che noi erigiamo di fronte all’indicibile, all’inaccettabile, all’intollerabile.