Come facevano le nostre nonne – e bisnonne – senza la pellicola domopak, i fogli di alluminio, la carta forno, i sacchetti gelo? Come facevano senza la lavabiancheria, e la lavapiatti e senza neppure il detersivo per i piatti per il lavaggio a mano? Facevano, avevano sistemi, che non ci sono stati tramandati con la stessa cura con cui ci sono state tramandate altre nozioni, altre soluzioni e risorse. Andare a ritrovarle è compito di speciali archeologi che, se ancora non esistono, non mancheranno di formarsi, prevedendo che in un futuro non lontano potrebbe rivelarsi prezioso ritrovare quel tipo di memoria del passato. Se quelle strategie cui ho accennato all’inizio già sono presenti nel grande universo del web sarà cura degli specialisti andare a cercare li’ per prima cosa; ma non tarderanno a capire che devono cercare anche altrove e sotto certi aspetti in luogo più vicino. Mi viene in mente il rammarico che mi comunicò una parente il giorno in cui mi disse come era dispiaciuta suo figlio non avesse accettato il suo suggerimento: di conversare con la vecchia zia chiedendole notizie di famiglia che avrebbero potuto fare luce su alcuni aspetti del momento presente della medesima; e come più in generale egli, ma essa stessa non avessero indagato con lei ed altri depositari depositari di memorie e di segreti. Ormai non era più possibile, essendo mancata la testimone. questi pensieri in me sempre presenti mi fecero capolino nella mente un giorno in cui mi chiesi, mentre lavavo: la lisciva, che adoperava la zia. La lisciva, cosa era costei? E poi mi venne in mente invece la gioia dell’altra zia che in anni più recenti rispetto a quelli in cui si usava quel prodotto esultò perchè era arrivato in commercio la primissima polvere lavabiancheria: Ava bucato. Nel tempo in cui in mare e nella terra trilioni di tonnellate di simil Ava bucato stendono una coltre di morte per l’ambiente non sembrerà – credo – il mio auspicio della nuova forma di archeologia così sorprendente o ridicolo.
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