Ogni volta che sento le grida gioiose gli strilli dei bambini del condominio che giocano da basso tra il cortile e l’androne ampio mi vengono alla mente i giorni precisi in cui si ricomiciarono a sentire queste grida, questi richiami e sono forse otto anni; prima di quella data, (che mi ricordo come fui felice una sera di sentirli) era stato un lungo silenzio. I bambini del condominio anche se in via eccezionale potevano andare giù a fare una fotografia con lo sfondo del giardino o è capitato che vi potessero entrare nei giorni veramente eccezionali forse irripetibili della grande nevicata. Era il 1985, era qui a Milano, in via Etna 2. I bambini affondavano nella neve e i loro impermeabili e passamontagna rossi verdi e gialli coloravano tutto quel biancore. Scattai una fotografia che ritroverò. Perchè i bambini potessero invece tornare a giocare ogni giorno e con ogni tempo, come avveniva da che mondo è mondo in ogni paese e città (e mi ricordo all’improvviso le corse sui pattini a rotelli che facevo lungo la via Bellini io a otto anni). Perchè i bambini di città- qui a Milano almeno – potessero esprimere la loro joie de vivre sotto casa c’era voluto la lodevole scelta dell’assessore Chiara Bisconti, nel meraviglioso periodo della giunta Pisapia, quella in cui si sono potute esprimere anche le potenzialità creative di un’altra amministratrice, Cristina Tajani. A pensarci, (sempre questi ricordi si presentano mentre sento ora le grida degli ultimi giochi della giornata giù da basso), emi accorgo che già ora che in fondo non è passato molto tempo da quegli anni di Bisconti e di Tajani, penso ad essi come ad una epoca d’oro, oserei dire mitica della nostra città. Sarà anche perchè i giorni presenti sono presaghi di altri giorni a venire difficili e violenti che penso con nostalgia e rimpianto a quel 2013 della decisione di Chiara Bisconti: quando i giochi sottocasa dei bambini di città sono stati liberalizzati.