Ho sempre lasciato che la palla coi colori dell’Inter rimanesse dove stava: per terra, sul balcone. Non ho mai pensato di regalarla a qualcuno, né di privarmene in altro modo: del resto è un po’ meno gonfia e salta poco. È adatta per giocarci a tirarsela senza pretese, magari proprio così, da diversamente giovani, in casa, per mettere alla prova i propri riflessi. La palla ha dimensioni giuste per rigirarsela tra le mani e peso giusto per qualche palleggio senza pretese. Non so se la ho conservata pensando che un giorno un bambino ci avrebbe giocato. O se perchè è un simbolo allegro. In discarica non la avrei portata mai. Più facile che Lenù un giorno la avrebbe fatta sua facendoci sorridere. Ieri la palla ha ritrovato uno scopo nella vita ed è diventata uno strumento di ginnastica, su richiesta di Stefano il fisioterapista. Ben felice della circostanza, ho liberato la palla nerazzurra dal suo esilio, la ho lavata per bene facendole ritrovare il suo splendore e la ho consegnata tra le mani e tra le gambe di T. Che se la deve far giostrare per bene. Con le lodi di Stefano il fisioterapista che ha solo da ridire del fatto che non sia di colore rosso-nero.;-))