Ogni tanto capita di sentir dire da una persona molto anziana, consapevole che lo spazio di vita davanti a sè non andrà certamente oltre un certo tempo la frase: “Ogni giorno è regalato”! Questa frase è pronunciata in maniera rassegnata o autoironica, a seconda del carattere della persona. Chi la ascolta pronunciare spesso sorride e pensa tra sè varie cose tra cui: chissà cosa veramente prova quel nonno – o nonna – che dice così! Ne ammira quel tipo di presa d’atto della situazione, poi pensa ad altro. Oppure, al contrario, quella esclamazione la porta a riflettere: sul fatto che quella frase vale per tutti noi. Che la vita sia un regalo non ci sono dubbi, questo non per un solo motivo: perchè ci proviene dal cosmo – noi siamo fatti della stessa materia delle stelle – come dice la grande Margherita Hack; poi perchè qualcuno ha deciso di farsi tramite col suo corpo della trasmissione a ognuno di noi di questo meraviglioso principio chimico fisico che chiamiamo vita. Non abbiamo scelto noi di venire al mondo, non sapevamo quale sarebbe stato il nostro inizio, così come non sappiamo quando cesseremo di vivere. Qualcuno avrebbe potuto interrompere i nostro inizio e così potremmo fare noi del proseguo di vita se questa ci fosse insopportabile. Ma in genere, forse per la maggioranza di esseri umani vale il fatto che desideriamo vivere fino alla fine; e conoscere la data della propria morte sarebbe intollerabile. Uno dei motivi della inumanità estrema della pena capitale consiste anche in questo: conoscere quella data, avere fisso nel pensiero quel giorno, quei minuti prima, quell’andare al patibolo, quei gesti sul nostro corpo, quel dolore mille volte immaginato e quindi amplificato. E allora ecco: il regalo della vita, il non sapere, confidare di svegliarsi da ogni notte, non avere alcun motivo di pensare il contrario, non ritenere inoltre inutile, superfluo ringraziare la vita ogni giorno che ci è data, che ci è rinnovata.