Cominciano a essere stanchi: lavorano da molti anni per noi, ognuno assolvendo al proprio compito nel migliore dei modi. Non sempre li abbiamo trattati bene, a volte abbiamo preteso molto da loro. Ci siamo preoccupati – ma solo per puro egoismo – quando uno di loro è stato male; e allora siamo diventati maggiormente consapevoli del suo valore, e ci siamo ripromessi di non esagerare in futuro nelle nostre pretese. Poi, si sa, di promesse da marinaio ne abbiamo fatte sempre tante. Ho avuto modo di interloquire con uno di questi lavoratori, che lamenta da qualche tempo una stanchezza particolare e siccome lavora in associazione con altri elementi, ovvero lui ha un incarico che gli permette di dare ad essi disposizioni, di comandare insomma, da quando lui ogni tanto momentaneamente si riposa e lascia andare un po’ le cose come vogliono, quelli battono la fiacca, si lamentano poi di questo e quello, accampano pretese di maggiore attenzione, manca solo che si rivolgano ad un sindacato. Ma il gioco delle parti tra loro è delicato e non si può dare che alcuno di essi si metta in testa di lavorare meno o di assentarsi; che se poi a farlo è capitan cuore, si ferma tutto il resto. E allora sono guai.
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