Ultimamente mi accade di stupirmi per la motivazione ( e il tono acceso) con cui si esprime, in un gruppo di appassionati di fantascienza, la critica negativa nei riguardi di un film famoso, il cui regista Cristopher Nolan è attualmente assai presente sui media per l’ultima sua opera Tenet, approdata di recente sugli schermi dopo molti rinvii a causa della pandemia, che ha costretto le sale cinematografiche alla chiusura. Il regista, i media , la critica e gli appassionati di cinema hanno coltivato molte aspettative nei confronti di questo film che, per la notorietà e genialità del suo Autore dovrebbe ricondurre al cinema molti spettatori anche in periodo di pandemia non ancora risolta. Non è Tenet tuttavia l’oggetto del mio scritto ma un altro film del regista: Interstellar. https://www.mymovies.it/film/2014/interstellar/cast/ Il film narra di come nel pianeta Terra il suolo sempre più malato per le conseguenze del disastro ecologico sia diventato ormai quasi del tutto sterile e di come il destino dell’uomo sarà morire di fame. Solo il mais sopravvive a stento, ma la sua fine è prossima; e il destino dell’umanità sulla terra è segnato. Gli uomini si sono ridotti ad essere custodi ansiosi e disperati di quanto rimane dell’ultima coltivazione e nella società ogni risorsa è destinata a questa battaglia. Non ci sono più studi, nè progressi in alcun campo che non siano quelli rivolti alla ricerca affannosa di un rimedio per la agricoltura morente. In una fattoria vivono, con il suocero, un vedovo e i suoi due figli – una bambina e un adolescente. Essi si dedicano alla coltivazione della terra. Il papà – Cooper – impersonato dall’attore Matthew McConaughey – era stato un astronauta della NASA fino al giorno in cui ebbe un misterioso incidente durante un volo di addestramento, in seguito al quale – inoltre – la NASA interruppe ogni attività di ricerca e di esplorazione. I governi non la finanziarono più perchè l’opinione pubblica, in tempo di crisi così profonda delle risorse non lo avrebbe perdonato. Il fenomeno misterioso che aveva fermato Cooper era stata una grave interferenza magnetica e qualcosa di simile si sta manifestando con modalità diverse nella sua casa, ad esempio danneggiando le macchine agricole. E’ la bambina – Murph – nel film impersonata da Jessica Chastain (Mackenzie Foy, da bambina) la più recettiva ad essi, ma non viene creduta quando riferisce delle sue sensazioni e dei fenomeni che nella biblioteca della casa dice si manifestano. Non viene creduta fino a che l’entità dei fenomeni (oltre ad un giorno drammatico di tempesta che accelera il degrado ambientale) convincono Cooper ad interessarsi alle parole della figlia, fino al punto da spingersi a seguire una intuizione profonda che lo porta a consultare una carta e a intraprendere un viaggio in auto per raggiungere un luogo dove il ragionamento e l’istinto lo guidano. La bambina lo segue nascondendosi nella macchina. Quando arrivano, nella notte in fondo ad una strada chiusa da un cancello vengono scoperti e portati all’interno di un edificio dove viene loro chiesto come avessero fatto ad arrivare “nel luogo più segreto della terra” Si trovano – dicono loro alcuni personaggi presenti in quel luogo – nella sede della NASA che aveva continuato ad operare nel tempo, segretamente finanziata dai governi perchè trovasse nel cosmo un luogo dove condurre l’umanità in rovina: una nuova dimora tra le stelle. Viene mostrato a Cooper un potente veicolo spaziale pronto per il grande viaggio verso una terra abitabile che si sa da una precedente missione (i cui membri tuttavia tacciono da molto tempo) esistere; e gli si chiede di accettare di pilotare il razzo perchè solo lui – che adesso scopre essere stato addestrato a suo tempo a quello scopo – sarebbe in grado di guidare. La via per le stelle sarebbe aperta da un misterioso wormhole comparso da qualche mese nei pressi di un buco nero. Esso non è di natura spontanea e si immagina che qualche entità amica nel cosmo lo abbia creato per aprire agli uomini la via per la nuova terra promessa. Nel contesto affascinante del film dove i successivi traguardi del viaggio vengono meravigliosamente descritti accompagnati da una delle colonne sonore https://www.youtube.com/watch?v=r49QJgp-Azc più belle che si ricordino un membro dell’equipaggio – una donna – la dottoressa Ameli Brand (impersonata da Anne Hathaway) – esprime in un momento critico per la missione un concetto importante, la convinzione che l’amore – come ha mosso lei alla ricerca tra le stelle dell’astronauta che amava, possa – unica forza mirabile a disposizione dell’uomo – condurre alla salvezza la missione e l’umanità: l’amore – dice – è la forza più potente dell’universo una potenza reale che ci è donata : è la vera motrice delle nostre azioni, ci porta a compiere le imprese impossibili. Mi sono dilungata nel racconto del film per il quale ho una predilezione; in parte era necessario, in parte non mi sono trattenuta. E’ un’opera che – ogni volta che rivedo – mi emoziona come la prima volta. Ci sono film che dividono fortemente gli spettatori tra chi li ama appassionatamente e chi li detesta; spesso non ci si consentono mezze misure. Mi sembra ciò sia avvenuto in parte per 2001 Odissea nello spazio e per il successivo 2010 l’anno del contatto, tratti dai romanzi del grandissimo Arthur Clarke. Avviene per Interstellar, con una radicalità veramente interessante. E il punto da cui ero partita non lo voglio eludere. Chi detesta Interstellar lo fa generalmente puntando il dito contro quella appassionata dichiarazione della protagonista, che esalta la potenza dell’amore. I fatti le daranno ragione all’epilogo del film. Le critiche negative di alcuni – non pochi – su Interstellar prendono di mira tutti quelle parole sull’amore e deridono un finale dell’avventura spaziale che avalla la convinzione del dottor Brand. A detta di chi critica, avere inserito in un film di fantascienza un aspetto così sentimentale è ridicolo e tale da affossare la qualità e la credibilità di tutta la storia. Su quest’onda critica si mettono in discussione anche gli aspetti scientifici illustrati nel film, il che è – questo sì – ridicolo in quanto Interstellar ha avuto come co-sceneggiatore assai severo il premio Nobel per la fisica Kip Thorne. . Cosa mi sembra di poter dire di una avversione esibita per una capolavoro, che tale è riconosciuto da moltissimi? che quel tipo di stroncatura mi fa pensare al fatto che siamo in un momento storico in cui è di moda l’esibizione dei sentimenti negativi, è di moda la critica del cosiddetto buonismo. In nome del cattivismo. C’entrerà qualcosa questo nella mente degli stroncatori di Interstellar? Ci potrebbe essere poi un’ulteriore motivazione che spieghi la tendenza a critiche negative, in questo e in altri casi di opere di fantascienza, e non mi sento di escluderlo. Ogni film che accenni e descriva le conseguenze del cambiamento climatico suscitano contrasti forti come quello che ho descritto finora: molti, anche uomini di scienza, non so questi ultimi se in buona fede, preferiscono che il dramma ecologico sia ignorato o sminuito o addirittura negato e la potenza di un’opera cinematografica che lo evochi viene vissuta come pericolosa. Non c’è dubbio che Interstellar metta in scena – oltre al primo che ho citato e significativo a mio parere – anche questo secondo aspetto problematico che può irritare e allontanare chi non è disposto ad ascoltare.
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