Progressivamente i siti di metereologia ci preparano ad uno scenario climatico difficile, a medio termine: da mesi ormai i bollettini on line hanno abbandonato una superficialità di racconto dell’evolvere progressivo del clima che suonava sospetto, specie a quelli di noi che già da tempo sentono il cambiamento in atto nel clima, come nella ecosfera con più acuta preoccupazione, avendo da tempo alzato la attenzione intorno all’argomento e non di rado essendo tra coloro che si sono da tempo mobilitati per sensibilizzare i più al drammatico cambiamento climatico.. Quindi , tornando alla premessa, oggi ad esempio, un sito di meteorologia on line ci dice che “entro il 2100 città come Roma e Milano saranno soggette a temperature superiori ai 32 gradi, per cinquanta giorni”. Una vera e propria sentenza, che forse si spinge in un dettaglio di valore che credo non si possa precisare adesso, ma che tra le righe si capisce bene come voglia suonare alla nostra attenzione come un segnale di allarme preciso, come un preparatevi. Era tempo che questo avvenisse. Era tempo che si abbandonassero gli aggettivi consueti come eccezionale, imprevedibile, anche, riferiti ad un singolo evento climatico; era tempo si modificasse la lettura del sostantivo emergenza proponendo questa come legata ad un singolo imprevedibile evento; quando – da tempo – avrebbero gli esperti dovuto farcela percepire come una esperienza imminente e che sarà duratura nel tempo. Nell’attuale panorama di crisi mondiale a più livelli dove anche la pandemia appare avere un legame con le spiacevoli nostre azioni contro la natura, non mi sento infatti di avere fiducia nella esistenza di qualche potere e scienza che possano intervenire a breve termine per impedire la venuta di quei cinquanta giorni che troppo ottimisticamente si vuole ancora – tra l’altro – farci intendere come prevedibili solo alla fine del secolo, per non dire poi che oltre i 32 significa lasciare spazio troppo ampio alla fantasia… Germana Pisa 20 agosto 2020