Ognuno di noi può essere stato protagonista, attivo o passivo, di un grande amore non corrisposto. Questo per me è un mistero, come cioè una tale potenza di attrazione verso l’altro non trovi risposta è un mistero. Sembrerebbe che il sorgere di un tale sentimento dovrebbe essere il segnale dell’essere avvenuto l’incontro con l’anima che completa il Sè, e tuttavia, di solito, l’altro non riceve alcun segnale esistenziale di tal fatta. Il più delle volte l’altro (l’altra) è stupito; può sentirsi travolto o compiaciuto; di rado stizzito, o annoiato. Forse talvolta si sente spaventato, o prova una sorta di solidarietà che lo spinge a cercare un dialogo in qualche modo consolatorio – se la passione di cui è oggetto è stata palesata – un dialogo che faccia appello alla razionalità, un dialogo che dichiari amicizia. Però può sentirsi realmente travolto (travolta) ed avere paura di chi lo fa oggetto di tale passione. Sì, perchè passione è parola che travalica l’amore, è qualcosa di una potenza incredibile. Se siamo stati oggetto di qualcosa di simile, o abbiamo memoria di aver reso oggetto qualcuno di qualcosa di simile credo abbiamo ancora i segni dentro la nostra anima. Mi piace citare, come spesso faccio per altri contesti di scrittura, un dialogo nel film “Interstellar”, dove dottor Mann, la dottoressa Mann, in viaggio con G. verso le stelle confessa che viene spinta a scegliere di cercare un astronauta partito da tempo per il lungo viaggio su di un pianeta piuttosto che su di un altro, anche se razionalità vorrebbe si facesse una scelta diversa, perchè di quell’uomo lei è innamorata . Mann dichiara che “l’Amore è potente, l’Amore trascende tutto” e allora forse dovremmo seguire questo impulso, che è quello giusto, quello vero! Devo dire che il film che cito è un inno all’amore, in ogni sua forma, senza che si dichiari, perchè è la scienza, sono la scienza e l’avventura oltre la nostra galassia apparentemente il motivo conduttore del film. Ma poi si comprende come dottor Mann ha ragione e allora alla fine è l’Amore che risolve, che conduce alla salvezza i protagonisti e l’umanità tutta. La passione d’Amore è sorda ad ogni razionalità, non si può controllarla con la ragione; essa ha delle caratteristiche tali che investono ogni fibra dell’essere: è totalitaria, trasfigura la realtà, annulla la paura, rende audaci, investe ogni atto della giornata e lo colora di quel sentimento; sopporta e spera, non teme il ridicolo, tende a manifestarsi, non è gelosa di nascondersi a chi è vicino, non può nascondersi, a dire il vero. Non ci sono rimedi facili per la sua cura; il tempo forse attenua. Dopo la malattia, che non è stata mai guarita del tutto, rimangono segni, di varia natura, ma prevale il sentimento di ricordo nostalgico. Quello continuerà a vivere come ricordo attenuato, di rado intriso di tristezza. Anche se la persona oggetto d’amore le intemperie del tempo hanno spogliato della sua lucentezza può capitare che incontrandola, pur nella sua miseria per l’età, nel nostro io ci sia un tuffo un cuore. Altrettanto potente rimarrà il ricordo del come, del quando essere stati oggetto della passione e questo ci farà apparire a noi stessi meno soli, ci risarcirà di un sentimento lontano non appagato, ci porterà ad essere comprensivi degli eccessi di cui siamo oggetto. Perchè l’amore capisce e in fondo ci rende migliori, ci matura, ci trasforma, ci fa attenti, ci dà segnali nel futuro, ci ha aiutato a capire. noi stessi e a compatirci se occorre. L’intensità della passione ha ispirato poeti noti e sconosciuti, come questi veri e propri canti d’amore, di una anonima Licia del XX secolo, testimoniano. Essi sono raccolti sotto il nome L’uomo che amai e a noi si offre la possibilità di intuire la storia che si nasconde dietro le parole di questa prosa poetica trasparente e sincera, incurante delle leggi della poesia, dove le parole sono un singhiozzo e un grido
L’uomo che amai
Amavo le tue lunghe gambe
e poi più su
e, dalla vita in su,
fino ai capelli
che, neri, scostavi,
con gesto elegante della mano,
dal volto.
Amavo la tua voce
quel tuo modo gentile
suadente, di porsi,
quasi sottovoce,
profondamente, all’altro.
Come un bisbiglio
Che giungeva al cuore.
La tua posizione
esigeva l‘ossequio
ma non lo chiedeva,
non ne aveva bisogno.
Spontaneamente
ti lasciavi amare
da corti di giullari
come da donne belle;
ancorchè donne,
da qualsiasi donna.
E una donna ti perse.
Come per Eva la mela
perdesti,
dopo averla addentato,
il paradiso del potere.
Fu lì che io
continuai ad amarti
in silenzio..
memore del tuo sguardo,
della delicatezza con cui
mi sussurravi parole
ed anche per il fatto
che tu, lo so..
sapevi bene
come cogliere i frutti attorno a te,
come dar loro l’illusione
d’essere, per te,
l’unico pasto ..
Nel tempo d’amore
E’ stato amore, un giorno
E ci siamo smarriti
il giorno dopo..
C’eravamo inseguiti e poi trovati
E il tempo si è fermato..
Siamo rimasti senza fiato
corpo nel corpo per un’ora,
ci siamo rivelati e poi negati.
TU mi hai negato
Ma intanto per un’ora
Io ti ho amato..
Ti avrei amato ancora
ma tu non hai voluto
Non volevi sciupare
l’abito buono
con una contadina come me
pazza e sognante
a ridosso del tempo ritrovato
assieme a te..
ma intanto io ti ho amato
anche se tu non avresti voluto
conoscere l’amore
tra le pieghe del tempo ritrovato
Come se fosse ieri
Sai.. Ripenso al nostro amore
Fuori del tempo
in tempo incerto, rubato
amore clandestino
quel tanto che basta
per sognare di essere soli
al mondo in cima al mondo!
Ma certo tu
Non potresti capire..
Anche se il tempo
Ci facesse lo scherzo
un’altra volta
tu diresti che il tempo
Di amare
Non ce l’hai
Che troppo importante
Era stata quell’ora
Per replicarla ancora
Cose così, diresti..
Forse è meglio così, dopotutto
Rimarrà a tutti e due
La certezza di avere incontrato
Un amore che non è finito
Che non è bruciato
Fino in fondo..
che ci ha solo scottato
che ci ha scaldato
per un giorno
per qualche anno
per una vita
nel ricordo
di un’ora
corpo nel corpo
senza fine
avvampati
stupiti
nell’interstizio
del tempo
ritrovato..
ma io ti ho amato
amore
mio…