Nell’agosto 2002 a Johannesburg era in corso il Summit mondiale per lo sviluppo sostenibile, appuntamento ricorrente nel tempo anche se pochi ci fanno caso. Quando si svolge – ogni volta in una città diversa del globo – le cronache informano distrattamente; e alla fine di solito si afferma che purtroppo non è stato raggiunto il risultato che ci si era prefissi. Per fortuna adesso abbiamo Greta Thunberg e la sua voce ci raggiunge potentemente. Nel suo piccolo, anche la zanzara di cui parlo alzò la voce. Vi spiego come e perché mi accorsi di lei.
“Se pensi di essere troppo piccolo per dare fastidio, prova a dormire con una zanzara in camera!” L’ammonimento viene da lontano: scritto, riferiscono, su un cartello Johannesburg, in questi giorni. Sono certa che nell’alluvione di dichiarazioni susseguitesi in quei luoghi è la frase più significativa e, tutto sommato, più ottimista (l’ottimismo nella catastrofe non è poco, ammetterai!).
Mi piace immaginare la persona che reggeva il cartello, con la faccia giustamente orgogliosa di questa verità che alzava con le braccia e che farà il giro del mondo, ne sono certa. Da parte mia ce la sto mettendo tutta per renderla famosa e constato, dopo averla divulgata in un paio di forum, che ottiene successo. Anche perché induce al sorriso e sa Dio se ne abbiamo bisogno nella contingenza globale in cui ci troviamo.
E poi nella lotta per sensibilizzare gli umani ai temi del Pianeta malato è bene usare una pedagogica prudenza, nel senso di non buttare in faccia alla gente la sua morte imminente, piuttosto tendendo a sollecitarla a fare qualcosa per evitarla: la tecnica dell’ironia sorridente è l’arma migliore. Almeno credo. Dite che sto proprio esagerando quando scrivo “morte imminente”? Mah, vedete voi: questa estate (e parlo solo dell’Italia) il numero di giorni in cui i quotidiani hanno parlato di disastri climatici è almeno il doppio dell’estate passata.
Avete poi sentito la storia della morte delle api? Il settanta per cento di loro, solo qui da noi, se n’è già andata e la restante percentuale sta maluccio. E perché? Per via di un maledetto pesticida di nuova generazione, prodotto da una certa multinazionale, che le nostre amiche api proprio non digeriscono (pare che in Francia e anche in altri paesi lo sappiano e abbiano eliminato il pesticida, ma da noi le notizie non arrivano, si vede). Einstein diceva: “Il giorno che le api moriranno, all’uomo resteranno cinque anni di vita”. Perché le api sono le nostre sorelline, impollinano la maggior parte delle specie vegetali di cui ci nutriamo. Certo Einstein pensava che la profezia non si sarebbe avverata, perché l’uomo è un animale intelligente… O no?
Ma ho divagato; parlavo della pedagogica prudenza. Non ci dovrebbe essere bisogno di porsi problemi di comunicazione in questo casino: tra un’alluvione, un tifone e un arrostimento lento, le persone dovrebbero capire da sè che bisogna attivarsi in tutti i modi per tentare di salvare il mondo, ma le suggestioni del benessere e i luccichii televisivi, patinati, sono così fuorvianti che molti ne sono soggiogati e vinti. Credono che il mondo vero sia quello virtuale che appare loro così bello, con il mulino bianco e tutto il resto, e che quel biancore non potrà mai annerire.
Mi pare di vederle, persone per bene, commentare davanti al televisore le immagini di una città sommersa dall’acqua dopo due giorni di pioggia: “Che disastro! Il clima è proprio cambiato!” Gli stessi, temo, che chiedono il capestro per i contestatori che, lungo le vie di Genova o di Berlino, gridano: “La Terra non è in vendita!”
Forse non farò più loro la predica, come mio solito, ma le approccerò così, a partire da oggi: “Se pensi di essere troppo piccolo per dare fastidio, prova a dormire con una zanzara in camera”.
Mi domanderà, l’amico, perché dico così; e spiegherò che non deve pensare che le alluvioni siano inevitabili; che forse si può fermare lo scioglimento dei ghiacciai e l’avanzata del deserto e chi taglia le foreste, che sono per la Terra come i polmoni per il nostro corpo. E mentre parlerò cercherò di dare coraggio anche a me stessa: “Germana, se pensi di essere troppo piccola per dare fastidio, prova a dormire con una zanzara in camera!”
Germana Pisa
Milano, 2002.