Per una volta, non si tratta qui della fonte, intesa come quel luogo da cui le notizie sgorgano, ma di una vera, e della sua sorgente: un posto magico dove ci si trova per raccogliere acqua purissima che sgorga dalla roccia: lì, nella piccola radura in mezzo al bosco, vanno persone in processione quasi continua, e non da un solo paese, non da una sola regione. Quella fonte si trova in Liguria, in un punto dell’entroterra di Ponente, ed è conosciuta da secoli, mentre non saprei dire quando sia stata convogliata nel modesto tubo, così che agevolmente si può, chinandosi, bere e riempire molti recipienti. Nella roccia da cui esce l’acqua è presente il caratteristico muschio – il polytrichum – che inequivocabilmente attesta acqua di sorgente, elevata purezza.
La processione è continua e davvero non so come quel signore, quindici anni fa, pensasse di poter facilmente privatizzarla, come non si aspettasse che gli sarebbe stato opposto un rifiuto, e che rifiuto! Narrano che molti, giunti dal paese e dalle provincie vicine, anche dalle regioni vicine, attesero nella radura l’arrivo della persona che intendeva circondare il luogo della fonte con i segni della proprietà; tutti attesero in compagnia di attrezzi tipici del lavoro di campagna, vanghe rastrelli ed altro. La fonte rimase di tutti.
Devo dire che fa impressione e fa sorridere sentire una storia così, in questi nostri giorni in cui c’è la corsa a possedere l’acqua, a privatizzare questa come altri beni essenziali. Allora – quindici anni fa – questa tendenza non era così accelerata, però c’era nella gente la consapevolezza di un bene posseduto, e che bene! Consapevolezza che non dovrebbe andare perduta proprio adesso. Mentre ci si trova lì, tra persone mai conosciute prima, in attesa di riempire recipienti, sgorgano assieme all’acqua anche i discorsi, e tutti traggono in un certo qual modo origine dalla fonte, dal suo essere ancora a disposizione: quindi il discorso si fa politico in varie direzioni e modi. Non c’è paragone nel fare discorsi politici chiusi in una sala, piuttosto che qui, vicino a quest’acqua, nella radura di alberi alti da cui il sole filtra nel silenzio, nel fresco, nel bene che dobbiamo proteggere dall’avidità.
Germana Pisa
19 luglio 2005.