Siamo prigionieri del tempo e viviamo nel presente, al quale ci affidiamo.
Possiamo solo ricordare il passato. Qualcuno, poche creature, vedono al di là dell’oggi (e vedono l’ieri). Loro prevedono il futuro che noi, prigionieri del tempo, non possiamo vedere. A loro, eventi futuri sono svelati, li percepiscono o li vedono realmente, come accaduti. Queste persone sono veggenti, santi. Come è possibile che ci siano persone che vedono cose non ancora avvenute, che riconoscono il passato e il futuro? È possibile – io credo – perché hanno, loro, pochi individui, sviluppata una capacità che noi non abbiamo. O forse la abbiamo solo in embrione. Sono in sintonia con l’assunto di un’affermazione della fisica, della recente fisica, secondo la quale “il tempo non esiste”. Loro vedono liberamente, come in un continuum, gli eventi che a noi sono celati, perché siamo incapsulati in un presente scandito da punti di riferimento ai quali ci affidiamo: per esempio la sequenza delle ore, e dei giorni e delle settimane, e sono le date, gli eventi cui siamo legati e a cui teniamo, e i progetti, e l’attaccamento al momento presente, e la sua importanza è massima per noi. Tutti punti cardinali ai quali ci aggrappiamo per riconoscere la nostra esistenza in vita.
Ma sono anche la nostra prigione nel tempo.
Quando io dico che la mia vita è racchiusa tra una domenica e un’altra domenica non mi concedo di vedere al di là, se non per introdurmi col pensiero in un’altra sequenza di giorni, da una domenica a un’altra domenica. Il tempo è quello, scandito di giorni.
Forse chi vede oltre non è afflitto dalle consuete incombenze dei comuni mortali. O forse quella facoltà che io ritengo tutti abbiamo di trascendere il presente è attiva invece nella mente di questi santi o veggenti, perché ci ammoniscano, facendoci intravedere un futuro, a non farci condizionare intensamente dal tempo presente.
Germana Pisa
Per Cronacheterrestri.it, 31 marzo 2018.